Cari liberfili, a volte, amiamo riservare uno spazio ai grandi classici…memorie custodite attraverso la parola… Così ci troviamo a sfogliare le pagine di “Madame Bovary”, un romanzo scritto da Gustave Flaubert e pubblicato per la prima volta nel 1857, considerato uno dei capolavori della letteratura mondiale e icona del realismo, un’opera intensamente realistica che riflette la condizione umana, esaminando i sogni infranti e la ricerca ‘insaziabile ‘di felicità.
La sua influenza nella letteratura è duratura e il romanzo continua a essere studiato e apprezzato per la sua profondità psicologica e la sua critica sociale.
“Madame Bovary” offre una profonda esplorazione della vita di Emma Bovary, una donna insoddisfatta e romantica che cerca la felicità attraverso amori appassionati e sfarzi materiali ma alla fine si trova intrappolata in un ciclo di insoddisfazione e disillusioni.
Flaubert dipinge un ritratto crudo e impietoso della società francese del XIX secolo, evidenziando le sue ipocrisie e le sue restrizioni, specialmente per le donne.
Un testo che riflette sulle sfumature della felicità umana, sottolineando la complessità di raggiungere una soddisfazione genuina e sottolineando l’importanza di valori più profondi rispetto a quelli superficiali. La trama illustra come la ricerca incessante di un ideale inarrivabile possa portare a conseguenze distruttive.
“Era convinta che l’amore dovesse arrivare di colpo, accompagnato da luci e fragori, simile a un uragano celeste che piomba sulla vita, la sconvolge, travolgendo la volontà come foglie secche, e trascina ogni sentimento nell’abisso. Non sapeva che la pioggia a goccia a goccia crea laghetti sulle terrazze delle case, quando le grondaie sono otturate, e avrebbe continuate a credersi al sicuro se d’improvviso non avesse scoperto una falla nelle sue difese.”