Come goderti l’estate

Ci siamo, il caldo è esploso, il sole è alto e qualcuno di noi sta già sognando copertina, tisana, pioggia autunnale e Netflix sul divano.

Qualcun altro, invece, spera che l’estate duri il più a lungo possibile e già teme il  momento di mettersi il golfino.

Sia che siamo orientati in un modo, sia nell’altro, c’è qualcosa, a mio avviso, che dovremmo considerare.

L’alternarsi delle stagioni, alla nostra latitudine, è parte integrante della nostra vita e non solo, anche della nostra cultura. Il susseguirsi di stagioni fredde e stagioni calde costituisce un ciclo che si ripete e che scandisce le nostre giornate.

Influenza l’agricoltura, le nostre attività, il modo di vestire, di mangiare e di stare insieme. Da millenni l’essere umano ha celebrato con miti, riti e leggende i ritmi naturali.

Ogni stagione, secondo gli antichi, rappresentava un momento importante in cui predisporsi a determinate energie ed attività. I solstizi, che indicano l’inizio di estate e di inverno, erano celebrati in tutto il mondo con riti volti a garantirsi un buon raccolto, una buona semina, un buon matrimonio per le “figlie da marito” e così via.

Dopo tanti secoli noi ci siamo progressivamente allontanati dalla natura. Viviamo per lo più in città, e gli spazi cittadini verdi, anche quando disponibili e ben curati, sono pur sempre spazi costruiti che fruiamo per poi rientrare nei nostri appartamenti.

Questo ci espone ad un “tutto e subito” costante: abbiamo, credo, un po’ perso la capacità di attendere e di riempire di senso quell’attesa. Pretendiamo di avere subito ciò di cui abbiamo voglia, distanti come siamo dall’idea di seme che, per diventare frutto, deve passare per tanti stadi che richiedono tempo e cura.

Ed ecco che viviamo una stagione proiettandoci in avanti, quando sarà finita e a noi dispiacerà oppure finalmente saremo felici.

La mia proposta è quella di cambiare prospettiva.

Quando arriva una stagione che non ci è proprio congeniale, invece di trascorrere il tempo lamentandoci – vale anche la lamentela interiore, quella che facciamo dentro di noi sbuffando e maledicendo caldo, zanzare e quant’altro – facciamo un bel respiro e osserviamo cosa ci porta quella stagione. L’estate, in questo caso.

Possiamo chiederci:

  • cosa posso fare d’estate, che non faccio nelle altre stagioni?
  • quali cibi che mi piacciono tanto, posso mangiare freschi adesso?
  • quali risorse offre il mio territorio, di cui posso godere in questa stagione?
  • chi, tra le persone che conosco, ama l’estate e perchè? Cosa potrebbe insegnarmi?
  • come vedo la vegetazione intorno a me? e gli animali che la popolano?

Ecco qualcuna delle mie risposte, per darti un esempio: d’estate posso andare al mare, leggere all’aperto, pedalare in bicicletta di notte, mangiare meloni e pesche, frequentare qualche spettacolo all’aperto. Le persone intorno a me che amano l’estate mi insegnano a cogliere l’attimo e goderselo. La vegetazione è verde, lussureggiante, piena di fiori e di frutti. Il cinguettio degli uccelli più squillante.

Scriviamo il nostro elenco e poi sentiamo se è cambiato qualcosa nel nostro stato d’animo.

Ogni momento è degno di essere vissuto, non patito.

Possiamo scegliere se vivere l’estate per ciò che ha da offrire, senza giudizio, cercando le occasioni di piacere che ci offre, oppure estraniarci, proiettarci in un domani, e perdere così ogni bellezza. I cicli ci insegnano che tutto si alterna e che ogni fase è piena di nutrimento.

 

Image by Nicky ❤️🌿🐞🌿❤️ from Pixabay

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