Fare sport: una via dritta verso il mondo interiore

Nell’ultimo mese ho voluto dedicare, quasi ogni giorno, un po’ del mio tempo (come altri milioni di persone ovunque nel mondo) per seguire le gare olimpiche trasmesse in tv

Devo dire anche con crescente coinvolgimento e, osservando i comportamenti e ascoltando le interviste agli atleti, ho avuto tanti, tantissimi spunti di riflessione

Essendo un contesto decisamente giovane può diventare un esempio prezioso per i giovani che assistono (anche dal proprio divano) e solitamente non vivono l’esperienza sportiva direttamente

Ho notato come emergeva l’importanza dei valori condivisi dai partecipanti: la collaborazione, il senso di appartenenza ed anche di integrazione, il rispetto verso gli altri e verso se stessi

E’ certo un’opportunità per imparare a rispettare se stessi: considerare i propri bisogni, così come i limiti personali ad esempio, e ciò diventa fondamentale in ogni aspetto del vivere

In egual modo si deve approfondire il senso dell’impegno costante, della disciplina, della determinazione, avendo obiettivi chiari che generano vera motivazione

E l’etica trovo sia il valore che fa da cornice ampia a questo contesto: correttezza e lealtà saranno le immancabili regole non scritte di ogni disciplina sportiva…

Immancabili ovviamente saranno le eccezioni: anche i migliori atleti in quanto esseri umani avranno fragilità, momenti di scorrettezza, reazioni inappropriate e fuori controllo

Qui ho trovato un aspetto che mi ha fatto molto riflettere: quante emozioni si muovono in chi gareggia, influenzando le prestazioni e gli equilibri del gruppo magari

E quanto facilmente (anche attraverso lo schermo) ci coinvolge la loro gioia, delusione, rabbia, tensione, commozione, paura, entusiasmo

Di certo è un contesto fatto di emozioni… tanto è ciò che si muove dentro, così “costringe” ad osservarsi, e fa sentire vivi!

Penso che queste forti suggestioni giochino un ruolo fondamentale nella motivazione e nell’esito della competizione, influenzando spesso la prestazione

Mi è sempre più evidente quindi, che peso abbia la gestione delle emozioni, insieme alla preparazione fisica o all’esperienza acquisita, sulle performance anche di atleti eccellenti

E torno alla platea giovane che assiste a queste spettacolari prestazioni: può diventare un’opportunità per uno sguardo, tanto prezioso quanto raro, sulla passione, sui valori, sulla tenacia verso gli obiettivi, sulle tante emozioni pervadenti

Questi aspetti riguardano tutti in qualche misura, quando ci apriamo alla vita

In particolare lasciare che le emozioni emergano, guardarle e cominciare a conoscerle saranno i primi passi per gestirle e cercare una serenità interiore

Sono certa ce ne sia un bisogno forte negli ultimi tempi, in particolar modo tra i più giovani…

 

Poi, di fronte agli atleti paraolimpici, mi interrogo sempre sul senso del limite

E ammiro profondamente la loro ricerca della Possibilità

 

 

 

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Autore: Alessandra Caroli

È counselor relazionale ad indirizzo mediacomunicativo ed educatrice professionale. Per Avalon si dedica da anni ad attività di counseling, tutoring e organizzazione di eventi. Coordina le attività didattiche ed è parte del corpo docente della Scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione. Si occupa di counseling e formazione in contesti pubblici e privati, con un’esperienza decennale in ambito sociale, attraverso progetti di riabilitazione per la disabilità psico-fisica di adulti e bambini e di sostegno alle famiglie. Da sempre ama approfondire la conoscenza di luoghi e culture diverse, unendo quindi il viaggio fuori al viaggio dentro di sé. Con entusiasmo, attraverso la rubrica “Il punto di vista del counselor”, si occupa di sostenere e divulgare questo approccio alla crescita personale e di favorire nel lettore un ampliamento delle prospettive nell’affrontare la quotidianità.

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