La casa dentro, la casa fuori

Postato da on April 16, 2013 in a casa di Lori e Giò | 14 commenti

La casa dentro, la casa fuori

 

Quando penso alla  casa  la prima immagine che ritrovo è la casa di mia nonna, la casa dove sono nata.

Quella casa immersa in un parco che a me bambina sembrava immenso tra palme e agrumi, primule e pansè. In quel luogo  lontano, dove sono ancora le mie radici, che è il Salento. E’ una casa costruita in pietra leccese, pietra morbida, friabile e dorata come se i raggi del sole vi avessero impresso la loro forza creatrice. Le volte sono particolari, tanto che si chiamano volte leccesi, esistono solo lì. Ricordo una grande stanza con una grande vetrata da cui si scorgeva il lussureggiante giardino…  Il soffitto era affrescato con un cielo stellato… passavo ore a guardare quel soffitto, conoscevo tutte le una costellazioni che vi erano riprodotte, sulle pareti erano dipinte  grandi dalie dai colori pastello. Era lì che la mia nonna aveva espresso tutta la sua freschezza e voglia di vivere. Quegli ambienti sono stati fondamentali per la mia formazione, spesso mi ritrovo lì durante i miei sogni e sento che sono stati determinanti per molte delle scelte che ho fatto nel corso degli anni.

E’ passato molto tempo da quando abitavo lì e di case ne ho cambiate tante e ora vedendole sfilare tutte con gli occhi del ricordo mi rendo conto che in ognuna di loro ho riprodotto e cercato qualcosa che mi ricordasse la casa in cui sono nata… la luce suffusa, il giardino .

Poi la mia esperienza personale e i contatti avuti negli anni con le persone che hanno richiesto il mio aiuto come architetto mi hanno portato a pensare che la casa abbia grande  un’importanza a livello psicologico. Ciò che avviene “nella casa” avviene dentro di noi. Come in una magica alchimia tra ciò che è dentro e ciò che  fuori. Noi stessi nei nostri sogni siamo la casa che ci appare come l’immagine simbolica della nostra interiorità. Essa riproduce la più completa e antica manifestazione dell’anima e dei bisogni più profondi.

E’ quindi un’immagine primordiale, una di quelle immagini che Jung definì Archetipo.

“Gli archetipi sono immagini primordiali, in quanto sono caratteristiche della specie e se mai si sono originate, la loro origine coincide quantomeno con l’inizio della specie stessa. Sono tali immagini a decidere l’umanità dell’uomo, la forma specificatamente umana della sua attività. Questa forma specifica esiste già in germe.”      C.G. Jung . Gli aspetti psicologici dell’archetipo della madre. Ed. Boringhieri

Gli Archetipi fanno quindi  parte dell’esperienza collettiva e vanno oltre l’esperienza personale, sono caratteristiche della specie umana e, la loro presenza in tutte le culture coincide  con la nascita stessa della specie.

Ma cosa significa  casa? La casa è il luogo in cui  la persona si definisce, si esplora e si dà dei confini col mondo, per cui  la casa diviene “casa” quando identifichiamo quel luogo come parte di noi.

I miei figli da piccoli disegnavano case  “umane”, erano case che avevano occhi come finestre e bocche come porte. I bambini sanno che rappresentare una casa in qualche modo significa rappresentare se stessi.

Quindi  casa  come  luogo fondamentale, come spazio per la formazione dell’individualità.

Ogni abitazione contiene in sé l’immagine di chi la abita, che sia un individuo o una famiglia, il modo in cui si arredano o colorano gli ambienti ci racconta il modo di essere di chi li occupa. Tutto, dai colori agli arredi a come teniamo la casa in ordine o in disordine  è testimonianza della nostra emotività.

I nostri bisogni fisici e psichici  incidono sulla planimetria e sulla disposizione degli ambienti.

C’è un complesso legame tra l’uomo e la sua abitazione, ed è evidente che il significato della casa varia a seconda di che significato vi attribuisce chi vi abita e rispecchia straordinariamente le vicende drammatiche o felici della vita. La casa diventa un grembo, una tana, un contenitore di affetti, sensazioni e ricordi.

Alcune delle persone che ho aiutato a arredare o costruire la loro casa mi hanno raccontato di sentire il bisogno quasi ciclico di cambiare qualcosa nel loro ambiente, e che questo spesso coincideva con mutamenti più o meno importanti nella loro vita. La casa cambia con noi come cambiano le nostre esigenze… si ha bisogno di una camera in più quando in famiglia arrivano dei figli  e la si riorganizza diversamente quando vanno per la loro strada… Allora  quando sentiamo il bisogno di cambiare qualcosa nella nostra casa ci dovremmo chiedere cosa stà cambiando in noi e che rapporto questo abbia con la ciclicità delle cose con i nostri mutamenti interiori.

Loredana Spro



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14 Commenti

  1. bellissimimissimoooooooooooooooo Lory…

    • Grazie di cuore Mauro

  2. Mi hai fatto immaginare la casa di tua nonna, doveva essere incantevole. Anch’io se penso “casa” penso alla casa dei miei nonni materni, ad un piano, con l’orto dietro e il giardino davanti, e una soffitta che mi ha sempre sedotta.

    • Sì la casa di mia nonna era davvero bellissima, è così che io la ricordo attraverso gli occhi di me bambina, piena di fiori colori e profumi…e adesso che mi ci fai pensare, lì non c’era una soffitta ma un grande scantinato pieno di cose affascinanti e un leggero odore di umido…Un abbraccio.
      Loredana

  3. Poesia pura Loredana…mi hai risvegliato il ricordo della casa di campagna di mia nonna, e i suoi odori…e di tutte le case della mia vita, legate a fasi e momenti. Quante emozioni, quanto vissuto e quanti distacchi da case, come se fossero persone…e quanto piacere iniziare a ricostruirne una nuova, magari in una nuova città o anche solo in un nuovo quartiere. Coatruire una casa è come costruire se stessi, e dovunque si posa l’occhio nei vari punti delle stanze, ci ritorna un’energia di noi. E tanto altro ancora, che ci vorrebbe un libro…:-) insomma se non si è capito, l’argomento mi appassiona! Grazie davvero Loredana, oltretutto una bella sincronicità con i miei pensieri di questo periodo.

    • Lorella cara, sono felice di aver risvegliato in te il ricordo della casa di tua nonna, immagino che sia stata importante per te come lo è stata per me quella della mia. Hai ragione lasciare una casa è un distacco che può essere a volte doloroso perchè lì lasciamo un pò di di noi, di quello che siamo stati e abbiamo vissuto in quel momento della nostra vita… ma è anche bello ed entusiasmante pensare ad una nuova casa, immaginare nuovi ambienti che ci rappresentino e ci facciano stare bene…e magari anche un diverso modo di essere oltre che di abitare. Un abbraccio grande.
      Loredana

  4. Complimenti Loredana, la casa come “simbolo” di noi stessi…bello bello bello. :-)

    • Valerio è un onore per me che ti sia piaciuto, grazie.

  5. Cara Lory,
    leggerti è stato un viaggio morbido e caloroso. Anche per me il ricordo di casa di mia nonna è particolarmente prezioso e sorridendo ho ripercorso, come te, la percezione che avevo da bambina del giardino di mia nonna…sembrava una giungla ai miei occhi!
    Grazie di cuore e spero vorrai aiutarmi in futuro a rendere più accogliente e personalizzata la mia casa dando espressione concreta ai miei desideri più profondi…
    Un caro abbraccio :-)

    • Dolce Marcella quando vorrai sarà un piacere per me aiutarti a rendere la tua casa calda e accogliente …proprio come sei tu 😉 un bacio enorme.
      Loredana

  6. Emozionante leggere questo articolo…si sente che è un argomento che ti riguarda profondamente e che, inevitabilmente, come spieghi, riguarda tanti di noi.
    Avere una casa tutta per me è stato realizzare un sogno…e pensavo di aver sviluppato una specie di attaccamento, come se non potessi vivere altrove.
    Quando quest’anno, per motivi di lavoro, ho dovuto allontanarmi per parecchi mesi ho scoperto che non è così, che se abbiamo costruito una casa dentro di noi allora ogni luogo può evocare quella sensazione di accoglienza se l’abbiamo radicata in noi.
    E’ stata questa la mia tensione quotidiana in questi mesi … ma, ora che sono tornata a casa riscopro la familiarità di certe sensazioni … seppure, qualcosa ho cambiato anche qui, micro trasformazioni per accogliere una nuova me e spazio per tutto il nuovo che verrà :) Grazie! V.

    • Viola, io penso anche che sia automatico, che se sentiamo profondamente la nostra casa essa si modifica con noi e l’osservazione di queste cambiamenti, ma forse sarebbe meglio dire adattamenti, ci rivela tanto di noi. Grazie Viola e un bacio alla nuova te.
      Loredana

  7. Mi è piaciuta molto questa immagine della casa come prolungamento di noi stessi, anche perchè ho sempre pensato che la casa è il nostro palcoscenico quando riceviamo e il luogo dove riusciamo a esprimerci al meglio, anche attraverso gli arredi.
    Quando sogno una casa è sempre quella nella quale sono nata e dove ho passato tutta la mia adolescenza, con una palma davanti alle nostre finestre e i cammelli che a volte passavano poco lontano, di ritorno dal deserto. Grazie per questo dolcissimo articolo che mi ha fatto tornare alla mente tanti ricordi sopiti ma stampati nella memoria. Un bacione!

    • Grazie a te Marilena.Un abbarccio

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