Ri-nascere di responsabilità (seconda puntata…)

Postato da on April 16, 2013 in nutrirsi consapevolmente | 2 commenti

Ri-nascere di responsabilità (seconda puntata…)

Il precedente articolo si è concluso ponendo l’attenzione sull’importanza del conflitto nel processo di responsabilità. Naturalmente quando parlo di conflitto mi riferisco sia a quello esteriore che a quello interiore e quindi alla “tensione” costante che sentiamo sia a livello intrapersonale che a livello interpersonale quando percepiamo due polarità. La gestione del conflitto, tuttavia, è sempre ed evidentemente preceduta da un’altra fase che è quella del “sentire”, cioè della capacità, diciamo così, che ognuno di noi possiede nel percepire emozioni e sensazioni. Ci sono persone che per storia di vita, hanno una maggiore dimistichezza nel riconoscere cosa sentono ed altre, come me, che hanno dovuto imparare o meglio, che continuano ad imparare. Quanti di noi attraversano un periodo di confusione e si chiedono spesso:”cosa provo in questo momento? Cosa sento?”. L’aspetto mentale sovente non ci aiuta perché ci allontana troppo dal nostro Cuore e dalla nostra Pancia che in realtà, sono i centri “abilitati” in materia di emozioni e sensazioni. Sentire autenticamente è un passaggio molto importante, direi fondamentale, perché ci fornisce esattamente la direzione da prendere nel nostro percorso di vita. E’, in altri termini, il motore (la motivazione) che fornisce il carburante alla nostra macchina affinchè possa raggiungere la meta. Pertanto quando parlo di responsabilità mi riferisco innanzitutto all’abilità di sentire ciò che proviamo, di ascoltarci profondamente, prima che ad una responsabilità nell’agire che è successiva. Cos’è che spesso impedisce questo passaggio? Qual è l’ostacolo? LA   PAURA E LA VULNERABILITA’. La paura di sentire in noi aspetti che non ci piacciono perché erroneamente pensiamo non ci appartengano, la paura della perdita, della solitudine, dell’abbandono, della delusione, del fallimento, del giudizio e tante tante altre. La paura  va ascoltata così come la vulnerabilità che si nasconde dietro di essa e che quindi andrà accudita. Come? Nutrendo in ogni istante il nostro genitore interiore che se si pone in maniera sana, saprà come accogliere e tutelare le vulnerabilità del bambino interiore, parte preziosa di noi che va interpellata, ascoltata ed accolta costantemente in quanto ci dà informazioni preziose sui nostri bisogni. Un altro passo verso la responsabilità è quindi quello di allenarsi costantemente nell’ascolto interiore. Non facciamo l’errore di supporre che poichè ci siamo un po’ ascoltati allora c’è un momento di pausa e viviamo di rendita per un po’. Non è così e ve lo confermo per esperienza personale. L’impegno è,  prima che un’azione esterna, un moto interno e cioè un costante movimento interiore su cui dobbiamo essere sintonizzati. Quindi l’esperienza è prima di tutto interiore ed andrà di pari passo con il complementare aspetto maschile del fare legato all’esperienza esterna.

Ma di questo parleremo nel prossimo articolo…

 

Buon sentire a tutti!



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2 Commenti

  1. Ah, no? Niente rendita? Mannaggia, e io che speravo…. 😉 :) Buona giornata Marcella, grazie!

    • E già 😉 ! Buona giornata a te cara Barbara!

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